Le stories conquistano LinkedIn
Anche una piattaforma patinata e professionale come LinkedIn si fa più social introducendo le stories per la promozione del proprio business e dai feedback registrati su più fronti del digital marketing, queste sembrano incuriosire timidamente diverse realtà presenti sulla piattaforma di riferimento per i professionisti e la numero uno per i marketer B2B.
Ed è così che sulle orme delle esperienze vincenti di Instagram e Facebook, anche LinkedIn ha deciso di mobilitarsi introducendo le famose “storie” dalla durata di 24 ore.
Il formato resta quello che mira a massimizzare l’engagement che si realizza nella fruizione di snakable content resi accattivanti grazie a particolari effetti, brevi testi, emoticon, musica che accorciano le distanze stimolando la comunicazione ma per il momento ancora ad esclusivo appannaggio dell’utilizzo tramite app.
“(…) condividere in modo più leggero i contenuti degli utenti. Le Stories incoraggiano le conversazioni e stimolano l’ingaggio”
(Pete Davies, Direttore senior della gestione prodotti di LinkedIn)
E se su LinkedIn i profili di maggiore successo sembrano essere quelli che fanno sfoggio d’autorevolezza e leadership nel proprio settore professionale, con le stories tutto questo sembra essere ancora più possibile e soprattutto realizzabile a più livelli giocando un ruolo fondamentale sul personal branding.
Mostrare le proprie conoscenze in modo coinvolgente con la creazione di contenuti veloci ma ad effetto permetterebbe, infatti, di condividere brevi aggiornamenti in real time aprendo così dei gate sulla vita aziendale, sulle proprie skills e sui propri goals mettendo a frutto le potenzialità della narrazione emotiva dal forte impatto empatico sugli altri membri della community ma non solo potendo anche elaborare un tipo di comunicazione strategica volta al conoscere le necessità degli stessi potenziali clienti o partner strategici anche attraverso l’analisi dei feedback.
Con un mondo del lavoro diventato sempre più smart, le stories di LinkedIn sembrano essere un modo concreto per provare ad accorciare le distanze in un mondo del lavoro in cui mantenere la formalità rischierebbe di congelare completamente ogni interazione che nella condivisione, invece, di una sorta di “dietro le quinte”, al contrario, riuscirebbe a creare nonostante la distanza un contatto.
Ed è così che le stories si possono anche popolare di screenshot da webinar o da conference Zoom perché non c’è nulla di meglio che un mondo “uomo a uomo”.